La festa di Don Bosco è quel giorno che gli studenti della scuola Superiore aspettano con ansia perché, oltre al fatto che sia una giornata ricca di festeggiamenti e di allegria, è anche un’occasione per riflettere grazie agli ospiti che la scuola invita come testimonial.
In particolare, gli allievi delle classi Terze e Quarte hanno ascoltato la testimonianza di Bruno Cerella, cestista professionista che attualmente gioca nella Blu Basket di Treviglio.
Ascoltare la testimonianza di Bruno è stato molto coinvolgente e a tratti quasi commovente, soprattutto quando parlava della sua vita e di come sia andato via di casa all’età di soli 18 anni. Sicuramente la parte più interessante è stata quando ci è stata data la parola per alcune domande, perché siamo riusciti a capire meglio la personalità di Bruno.
Gli abbiamo chiesto varie cose: da come è nato il progetto “Slum Dunk” fino ad alcune curiosità sulla sua vita privata.
Il progetto “Slum Dunk” (slum sta per “baraccopoli” e dunk per “schiacciata”) realizza la missione di aiutare bambini e ragazzi in quelle che sono le aree più disagiate del mondo, tramite il basket, permettendo loro di vivere una vita migliore. Ad oggi, questo progetto si è maggiormente sviluppato nell’area africana, per esempio in Kenya e Zambia, ma anche in Argentina e in Italia. Da noi è stato costruito un campo da basket in centro città a Milano (viale Stelvio per essere più precisi), con una grafica particolare, che mette in correlazione il duomo di Milano con emblemi che richiamano la cultura africana. Così a ricordare la vicinanza dei nostri popoli. Dopo aver chiacchierato con Bruno, lo abbiamo ringraziato donandogli lo zaino dei Salesiani con scritto il suo nome e una copia dell’annuario nuovo.
Dopodiché siamo andati a fare una foto di gruppo con lui, mentre alcuni, tra cui la sottoscritta, gli hanno anche chiesto un autografo.
È sicuramente stata una bellissima testimonianza, di un uomo come Bruno che ha vissuto diverse difficoltà ma anche tanti successi (essere uno dei giocatori migliori sulla scena del basket italiano), che non si è mai dato per vinto ed è riuscito a realizzare il suo sogno di creare un’opera benefica per tante persone bisognose, aiutandole con la sua passione, il basket… perché effettivamente è vero quello che dicono in tanti: lo sport unisce tutti indipendentemente dalla lingua che tu parli o dalla tua cultura.
Daria (3 Classico)