La nostra maturanda, Valentina Comotti, ha partecipato con la nostra scuola al Festival della Filosofia di Modena del mee scorso (https://www.salesianitreviglio.it/2023/09/festival-della-filosofia/) e ha recensito per noi l’intervento magistrale del prof. Salvatore Natoli.
“Fantasmi di verità”, è il titolo della conferenza del Prof. Salvatore Natoli per la Giornata della Filosofia 2023, tenutasi a Modena dal 15 al 17 settembre. Il tema cattura il nostro interesse e le aspettative non vengono deluse: il legame tra i concetti di “linguaggio”, “parola” e “verità”. L’uomo, innanzitutto, è dotato di un potere esclusivo: conferire nomi a ciò che vede, sente, tocca… Il nome trasmette, a sua volta, potenza a ciò che lo riceve. Creato per vivere tra i suoi simili, l’uomo è poi chiamato a fare scelte, a riconoscere il bene e il male, il giusto e l’ingiusto. Ma il discernimento tra queste due sfere della stessa realtà è il dilemma che accompagna ogni momento della sua esistenza. La parola guida o devia i nostri pensieri e le nostre decisioni. Evitare, dunque, le voci di corridoio, i pettegolezzi, evitare la “moda” di diffondere fake news, diffidare dei detentori della verità assoluta che impazzano sul web. C’è bisogno di qualcosa di sempre più scioccante per trarre in inganno lettori e fruitori inesperti. Il lirico greco Bacchilide avrebbe usato l’espressione “pseudos” per definire la parola odierna, perché per essere veramente creduta ha bisogno di un elemento ancora più incisivo, il “pathos”. Dov’è il “logos” che gli antichi filosofi tanto amavano, dov’è la “aletheias”? La parola ora è solo persuasione e lacerazione, è una “titillatio” unilaterale, un abbassamento della soglia del limite umano e un innalzamento sempre maggiore delle pretese.
È dunque possibile sconfiggere questo inganno? Meglio linguaggi formalizzati o al contrario più generici? Forse Aristotele aveva trovato la soluzione: dichiarare sempre ciò di cui si sta parlando, attraverso l’ “endoxa”, ovvero individuare il problema e la sua soluzione, chiarendo ogni volta quali siano i termini del discorso, il quale deve essere puntuale e preciso.
Pensiamo, ad esempio, al valore della parola quando veniamo consolati per un nostro dolore. Sono solo parole di menzogna? Per Natoli non c’è sempre inganno e l’unico modo per spezzare l’incantesimo di una bugia pericolosa è chiedere ragione di tutto, cercando la verità a tutti i costi. Questa, dopotutto, è la filosofia: terapia del linguaggio per saper valutare il giusto nei discorsi. Bastano poche parole per riuscire a trovare accordo e pace, ma è la verità, alla fine dei conti, che ci dà beneficio.