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Da La Repubblica a Treviglio: la logistica del futuro

Lo scorso 19 settembre su La Repubblica è apparso un interessante commento di Dell’Olio “Logistica, le professioni del futuro” (Logistica, le professioni del futuro: ecco i profili ricercati dalle aziende – la Repubblica) . L’articolo riprende uno studio di Randstad Research e va a toccare tre punti specifici, e tutti e tre chiedono la nostra attenzione

Anzitutto si parla di numeri: “la logistica in Italia conta 1,16 milioni di occupati (oltre metà degli occupati lavora nel trasporto terrestre) e genera un valore di 92,7 miliardi di euro (il contributo maggiore arriva dal trasporto terrestre), pari al 5,41% del Pil. Un settore spesso poco sotto i riflettori, in quanto buona parte dei business che lo caratterizzano sono dietro le quinte, ma che è strategico per il funzionamento dell’economia”. Col che si continua a confermare il trend positivo del settore, la cui crescita peraltro significa che oggi pensare a una professionalizzazione che non intercetti la logistica significa togliere prospettive di futuro a quella professionalizzazione.

Secondo aspetto, più intrigante. Dobbiamo cambiare il nostro immaginario sulla logistica: “Lo studio di Randstad Research segnala la presenza di una narrazione sbagliata del settore, spesso associato solo a orari su turni, attività logoranti e competenze manuali, tutti aspetti che lo rendono poco attrattivo verso i giovani. In realtà la logistica offre grandi opportunità di lavoro a vasto spettro. Non solo addetti generici e responsabili di magazzino, ma sempre più anche professionisti con elevata qualificazione, come convertitori di autostrade intelligenti, ingegneri progettisti di shuttle robotici, fleet manager e progettisti di mezzi di trasporto green”. L’idea che fare logistica significhi stare in magazzino è antiquata come l’idea che fare scuola sia sfogliare un libro: i libri a scuola ci sono ancora, ma ci sono anche i device digitali. E si fa ben di più che non sfogliare testi: si esplora il web, si incontrano aziende, si produce cultura, si rafforzano senso civico e orientamento. 

Ugualmente allora dobbiamo imparare a pensare la logistica con criteri attuali e non con uno sguardo retrogrado. La logistica è il regno di quell’innovazione del pensiero e del vivere che oggi attraversa tanto il mondo del lavoro quanto la vita sociale. E diciamo che è il regno, in quanto le novità viaggiano coi ritmi e coi mezzi della logistica. Reimmaginare la logistica, coerentemente coi suoi sviluppi, significa insomma scoprire futuri possibili di grande interesse per i nostri ragazzi. E in questo sforzo di immaginazione, per avvicinarsi alla verità del settore logistico, non dimentichiamo i fronti al femminile che questo ambito ci offre.   

Terzo e ultimo dato, l’auspicio espresso da Randstad di creare una scuola per la logistica: “Per costruire un futuro all’altezza delle aspettative dei talenti bisogna fare leva sulla formazione, mettendo maggiormente in contatto scuole ed imprese”. Perché oggi, per lo più, il mondo della logistica è ancora popolato da esperti di altre discipline, convertitisi in corso d’opera alle necessità del logistico. Le scuole che formano tecnici logistici sono ancora poche. 

Però a Treviglio abbiamo una felice eccezione: i Salesiani ospitano infatti un intero Polo di formazione logistica, che raccoglie i ragazzi sia con un percorso IeFP professionalizzante (qualifica triennale e diploma professionale quadriennale), sia all’Istituto Tecnico ad articolazione Logistica (diploma di scuola superiore, quinquennale), sia in un corso post-diploma IFTS (EQF4) che proprio da quest’anno ha sede nella nostra struttura scolastica, e fino all’innovativo ITS Academy (EQF5) con sede esterna ma che vede la nostra presenza attiva nella Fondazione di ITS MOVE.

I prossimi Open Day del 14 ottobre e 2 dicembre sono occasioni per conoscere più da vicino queste possibilità. Informazioni dalla home page del nostro sito.