Come ogni anno puntualmente il 31 gennaio è arrivato!
La festa di Don Bosco non è un grigio giorno di gennaio, da trascorrere come uno qualunque… e questo i Salesiani lo sanno bene!
Nonostante la difficile situazione dovuta alla pandemia, lo spirito di gioia e allegria che si respira tra i ragazzi della scuola, in questa particolare ricorrenza, non è mancato: gli occhi di noi tutti sorridevano prendendo il posto dei più classici sorrisi.
A distanza di tanti anni Don Bosco riesce ancora ad essere motore di una scuola “diversa”, unica; anche in tempi così difficili, nella realtà salesiana non può mancare lo stare insieme, ovviamente re-interpretato secondo le nuove norme.
La festa “mette in scena” tutti i valori cari a Don Bosco… perché il cortile diventa un grande palcoscenico in cui l’amicizia, l’allegria, la voglia di condividere, diventano protagonisti e nell’aria aleggia una leggera spensieratezza fatta di tanti bei momenti.
Durante la mattinata le classi del biennio, dopo aver guardato un documentario riguardante la “Giornata della memoria”, hanno partecipato alla tradizionale tombolata.
Frequentando questa scuola sin dalla scuola media, mi ha fatto tanto piacere ritrovare questo gioco, semplice ma divenuto tradizione e non solo per i più piccoli!
Quante risate, quanti bei sorrisi veri stampati sui volti di alunni e professori … e quante corse per prendere i meritati premi!
Insomma, anche le piccole cose, anche quelle considerate banali, come può sembrare un semplice gioco, in questo giorno si trasformano in un’occasione di puro divertimento così gradito a noi giovani… proprio come voleva Don Bosco.
La giornata è trascorsa in un lampo e, dopo una gustosa merenda, è arrivato il momento di partecipare alla messa.
La messa di Don Bosco è una messa “special”: chi non ricorda, in anni di pre-pandemia, l’emozione di noi studenti che, con i nostri familiari e tutta la comunità salesiana, riempivamo la palestra? A chi non suscita un’emozione forte sentire cantare l’inno di Don Bosco? Per noi, poi, cantarlo è cantare un inno di appartenenza ad una comunità educativa che, per accoglierti, si fa “casa”. Perché la casa di Don Bosco è anche la mia, la nostra!
Come studentessa, posso dire di aver capito cosa significa andare a scuola dai Salesiani, conoscere la loro realtà; sin da subito si percepisce che non è una scuola come tante altre. Al primo posto ci sono dei valori che vanno ben oltre i libri di testo, le interrogazioni e le verifiche, ma che non tralasciano la necessità di una solida preparazione culturale.
A Don Bosco stava a cuore l’educazione dei ragazzi, proprio perché aveva capito che garantiva loro un futuro… e, ne sono ormai certa, senza passione e amore in quello che si vive e si studia non si va molto lontano.
Insomma, la casa di Don Bosco è anche la mia, nel cortile c’è il cuore, e io cresco nell’amore!